Microplastiche: il loro impiego e dove trovarle

Microplastiche: il loro impiego e dove trovarle

La microplastica si trova ovunque

Le microplastiche sono state trovate in ogni angolo del Pianeta, dall’acqua dolce e salata agli organismi marini, dal sale da cucina ai terreni, frutta e ortaggi. Persino nell’aria che respiriamo. Questo inquinamento può raggiungere l’uomo: ad oggi non abbiamo prove certe sul possibile impatto di questa contaminazione sulla nostra salute ma nemmeno prove sufficienti che possano escluderlo.

Greenpeace ha esaminato la presenza di materie plastiche tra gli ingredienti di alcuni detergenti per il bucato, per la pulizia di superfici e per il lavaggio delle stoviglie presenti sul mercato italiano. L’indagine si è svolta in due modalità: in una prima fase è stata effettuata una ricerca on line in cui sono stati controllati i siti web di 20 aziende per verificare la presenza di polimeri e copolimeri in plastica tra gli ingredienti di 1.819 prodotti.

In una seconda fase 31 prodotti sono stati sottoposti ad indagini di laboratorio per verificare la presenza di particelle solide di dimensioni inferiori ai 5 millimetri (comunemente note come microplastiche). Greenpeace ha inoltre indirizzato una lettera alle aziende con un questionario per chiedere, tra le altre cose, se i polimeri e i copolimeri in plastica presenti nei loro prodotti fossero in forma solida, liquida, semisolida oltre che solubili e che potrebbero essere escluse dalla proposta dell’ECHA. La plastica in forma liquida o semisolida deriva dalla combinazione di due o più tipi di polimeri, noti come copolimeri, costituti da più monomeri sintetici (ad esempio stirene e acrilati) oppure sono una combinazione di sostanze naturali modificate e sintetiche.

 

1819 esaminati, 427 contaminati

Dei 1.819 prodotti presi in esame nella ricerca online 427 (23% del totale) contenevano almeno un polimero o copolimero in plastica. Riguardo le differenti categorie merceologiche il 31% (303 su 984) dei prodotti per il bucato conteneva tra gli ingredienti almeno un polimero o copolimero in plastica e questa percentuale era pari al 22% (48 su 218 prodotti) per i prodotti per lavare le stoviglie e al 12% (76 su 617) per i prodotti destinati alla pulizia delle superfici. Le aziende con una percentuale maggiore di prodotti tra i cui ingredienti figurano polimeri e copolimeri in plastica sono risultate: Procter & Gamble (53% con prodotti a marchio Dash, Lenor e Viakal), Colgate-Palmolive (48% con prodotti a marchio Fabuloso, Ajax e Soflan) e Realchimica (41% con prodotti a marchio Chanteclair e Vert di Chanteclair).

 

Al contrario la presenza di polimeri plastici non è stata rilevata tra i prodotti esaminati appartenenti al marchio Almacabio.

 

Perché i materiali plastici e microplastici sono usati nei detergenti?

 

L’aggiunta di microplastiche e di altre materie plastiche (polimeri e copolimeri) in forma solida, liquida o semisolida serve per garantire alcune particolari funzionalità come ad esempio:

• Nei detergenti con microplastiche solide, per garantire un potere abrasivo.  

• Nei detergenti (per tessuti) con fragranze, per formare una pellicola che avvolge le gocce di profumo in minuscole capsule, garantendone così il lento rilascio. 

• Nei detergenti per garantire effetto antischiuma (evitare l’eccessiva produzione di schiuma del prodotto) e/o opacizzante (sulle superfici o sulla pelle). 

• All’interno di alcuni prodotti, per ottenere il giusto grado di viscosità del prodotto o per formare uno strato protettivo.

Ad oggi esistono numerosi sostituti di queste sostanze quali argilla, carburo di silicio o silice per garantire la capacità abrasiva del prodotto, oppure per rilascio di fragranze nei detergenti usati in lavatrice possono essere utilizzate sostanze naturali come pectine, cellulosa, argilla o silice. Infine, quali alternative alle cere e ai lucidanti a base di polietilene e polipropilene (polimeri plastici), troviamo la cera d’api e la cera di carnauba (ottenuta dalle foglie di una particolare palma) e per gli opacizzanti invece composti naturali.

Percentuale di prodotti contenenti questi ingredienti

Colgate-Palmolive – 66 prodotti controllati, di cui 32 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti(48%)  

Conad – 18 prodotti controllati, di cui 5 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti (28%)  

Madel – 43 prodotti controllati, di cui 1 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti (2%) 

Henkel – 120 prodotti controllati, di cui 35 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti (29%)   

P&G – 147 prodotti controllati, di cui 78 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti (53%)  

 Realchimica – 158 prodotti controllati, di cui 64 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti (41%)  

Almacabio – 44 prodotti controllati, di cui 0 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti (0%) 


Conclusione
 

Molte materie plastiche nei detergenti consistono in una combinazione di due o più tipi di polimeri, noti come copolimeri. Tali sostanze possono contenere più monomeri sintetici (ad esempio stirene e acrilati) oppure sono una combinazione di sostanze naturali modificate e sintetiche.

Ad oggi la definizione più comune di microplastica fa riferimento alle particelle in forma solida inferiore ai 5 millimetri e non include polimeri e copolimeri liquidi, semisolidi e/o solubili che a oggi sfuggono ad ogni regolamentazione vigente. Per la maggior parte di queste sostanze sono disponibili poche informazioni riguardo il loro comportamento una volta rilasciate nell’ambiente, i loro possibili effetti sugli organismi acquatici e in generale il loro impatto ambientale. È tuttavia evidente che questa tipologia di materie plastiche, presenti nei detergenti, viene rilasciata nell’ambiente attraverso gli scarichi domestici e in generale la loro persistenza e scarsa biodegradabilità potrebbe produrre un inquinamento destinato a durare per decenni.

 

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